Bloccati tra le mura di casa l’ascensore guasto che isola dieci famiglie e l’inerzia dell’amministrazione comunale
Bloccati tra le mura di casa Dal 17 settembre, dieci famiglie residenti in una palazzina comunale di via Pietro Nenni, a Pescara, sono costrette a vivere un incubo quotidiano: l’ascensore, unico mezzo per spostarsi all’interno dell’edificio, è fuori uso a causa di infiltrazioni d’acqua dovute al nubifragio che ha colpito la città. Per i residenti, tra cui persone con disabilità e mobilità ridotta, la vita si è improvvisamente fermata. Le famiglie sono intrappolate nelle loro case, impossibilitate a uscire, a causa di una situazione che era evitabile, ma che si protrae da anni a causa di una mancata manutenzione strutturale.
La gravità della situazione è stata denunciata dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Paolo Sola, che ha segnalato il caso sia alla stampa locale che all’amministrazione cittadina. L’ascensore è rimasto bloccato da ormai più di una settimana, e nonostante le rassicurazioni date dall’assessore comunale alla Protezione civile, Massimiliano Pignoli, riguardo un intervento di riparazione in corso, la situazione non sembra migliorare, lasciando le famiglie in una condizione di isolamento inaccettabile.
Un problema che si trascina da anni
Le infiltrazioni d’acqua che hanno provocato il guasto dell’ascensore non sono un evento isolato, ma rappresentano l’ennesimo capitolo di una storia di incuria. Già nel 2019, una violenta grandinata aveva danneggiato la copertura del palazzo, ma da allora non è stato eseguito alcun intervento di riparazione. Questo ha portato a problemi strutturali, che con il tempo si sono aggravati, culminando nel blocco dell’ascensore e nell’isolamento delle famiglie.
Secondo Paolo Sola, questa mancanza di interventi è un segno di grave negligenza da parte dell’amministrazione comunale. Il consigliere ha sottolineato come l’assenza di manutenzione abbia di fatto privato i residenti di un diritto fondamentale: la possibilità di muoversi liberamente. La situazione, secondo Sola, è particolarmente critica per le persone con disabilità o problemi di salute che vivono nell’edificio, per le quali l’ascensore è l’unico mezzo di spostamento.
“Questa situazione è inaccettabile e di una gravità estrema”, ha commentato Sola. “Famiglie già fragili, che quotidianamente devono affrontare le difficoltà legate alla disabilità, si trovano ora impossibilitate a lasciare le proprie case, intrappolate da un’inerzia amministrativa che continua da anni e ora è arrivata all’inverosimile”. Le parole del consigliere M5S riflettono l’indignazione dei residenti, che si sentono abbandonati dalle istituzioni e impotenti di fronte a una situazione che non accenna a migliorare.
Un diritto negato: la lotta quotidiana delle persone con disabilità
Tra i residenti della palazzina ci sono persone con mobilità ridotta e gravi problemi di salute, per le quali l’accesso all’ascensore non è un lusso, ma una necessità vitale. L’ascensore bloccato ha compromesso la loro autonomia e ha costretto molti di loro a rinunciare a visite mediche e terapie essenziali per il loro benessere. Un esempio è il signor Giovanni Cipollone, che ha raccontato la sua esperienza diretta: “Ho provato nei giorni scorsi a contattare il numero di primo soccorso della Misericordia e mi è stato risposto che questo servizio non è disponibile per chi è dotato di una carrozzina elettrica o a motore, come me e la maggior parte dei residenti”.
La testimonianza di Cipollone getta luce su una realtà ancora più drammatica: non solo i residenti sono stati privati della loro libertà di movimento, ma anche delle cure di cui hanno bisogno. “Io stesso ho dovuto rinunciare già a tre sedute di terapie per me fondamentali, che non potrò recuperare”, ha proseguito Cipollone, aggiungendo che anche il servizio di consegna di alimenti e medicinali promesso dalla Protezione civile non è mai arrivato.
Questo disservizio ha aggravato ulteriormente la situazione di queste famiglie, già alle prese con difficoltà quotidiane legate alla gestione della disabilità. La mancanza di assistenza adeguata, unita all’impossibilità di accedere alle cure, rappresenta una violazione grave dei diritti di queste persone, che si trovano a dover affrontare una situazione di emergenza senza alcun tipo di supporto.
Le risposte dell’amministrazione e le promesse non mantenute
L’assessore alla Protezione civile Massimiliano Pignoli, pur riconoscendo la gravità della situazione, ha assicurato che l’ascensore verrà riparato entro dieci giorni. Ha inoltre garantito che nessun disabile avrebbe perso terapie o visite mediche, grazie all’assistenza della Misericordia di Pescara e al servizio di consegna di alimenti e farmaci fornito dalla Protezione civile. Tuttavia, queste rassicurazioni sono state smentite dai residenti, che hanno dichiarato di non aver ricevuto alcun tipo di assistenza.
Le famiglie della palazzina di via Pietro Nenni si trovano dunque bloccate in una sorta di limbo, in attesa che le promesse dell’amministrazione si traducano in interventi concreti. Il guasto dell’ascensore non è solo un problema tecnico, ma una questione che incide profondamente sulla qualità della vita e sulla salute dei residenti, in particolare di quelli più vulnerabili.
Paolo Sola ha chiesto con forza che il Comune di Pescara intervenga immediatamente per risolvere questa emergenza, non solo ripristinando l’ascensore, ma anche riparando la copertura del palazzo per evitare che situazioni simili possano ripetersi in futuro. “La mancanza di un intervento tempestivo non è più tollerabile”, ha dichiarato il consigliere M5S. “Chiediamo che il Comune di Pescara intervenga immediatamente per ripristinare l’ascensore e permettere alle famiglie di tornare a condurre una vita normale, oltre che a riparare definitivamente la copertura del palazzo, impedendo che situazioni vergognose come questa possano ripetersi. Le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità, e non è accettabile che a pagare per questa disorganizzazione siano i cittadini più fragili”.
Una riflessione sulle responsabilità istituzionali
La vicenda dell’ascensore guasto nella palazzina di via Pietro Nenni non è un caso isolato, ma è sintomatica di una più ampia mancanza di attenzione nei confronti delle esigenze delle persone più vulnerabili. Quando un’amministrazione comunale non riesce a garantire servizi essenziali come la manutenzione di un edificio o l’assistenza alle persone disabili, si pone un grave problema di giustizia sociale e di diritti umani.
Le famiglie bloccate nelle loro case da un ascensore rotto rappresentano una metafora potente dell’isolamento e dell’abbandono che molti cittadini fragili vivono quotidianamente. La speranza è che questa vicenda possa servire da monito alle istituzioni, affinché si adoperino per garantire un livello minimo di dignità e benessere a tutti i cittadini, soprattutto a quelli che ne hanno più bisogno.