Carlo a Bogliasco su una sedia a rotelle e pensione bloccata
Articolo del Secolo XIX che parla di un nostro associato a Bogliasco
Bogliasco – Condannato a restare senza pensione di invalidità per almeno cinque mesi, a causa della burocrazia. Carlo Cevasco, 49 anni, di Bogliasco, costretto da una serie di patologie a vivere in un letto e a muoversi (a fatica) su una sedia a rotelle, è vittima di un ennesimo caso di mala previdenza.
Come tanti altri è stato costretto a fare una visita di accertamento da parte dell’Inps, che nell’ambito della campagna nazionale contro i falsi invalidi ha voluto riesaminare il caso di Cevasco, che vive in una casetta in collina, lungo la strada che porta a Poggio e a San Bernardo, frazioni di Bogliasco.
Nonostante lo scorso settembre fosse già stato esaminato da un commissione medica, nell’ambito di una richiesta per ottenere anche l’accompagnamento (richiesta già accolta ma non ancora erogato) un paio di settimane fa si è ritrovato sotto esame questa volta perl’assegno principale, quello da 295 euro che riceve da 5 anni per la sua invalidità. Già questa circostanza, basata sul fatto che l’erogatore è uno solo, ovvero l’Inps, ma le commissioni e le pratiche sono due (quella per la verifica e quella per l’accompagnamento) appare come un paradosso: in fondo la persona che i medici della commissione hanno visto a settembre e poi a fine ottobre è sempre la stessa.
Ma il paradosso diventa vergogna quando Cevasco ha scoperto che in attesa della convalida della sua invalidità e l’arrivo dell’accompagnamento, l’Inps gli ha sospeso qualsiasi emolumento. Pur sapendo che non ci sono problemi, che lui non è un falso invalido e che addirittura avrà diritto a ricevere di più.
«Non ci volevo credere – racconta dal letto di casa sua, dove l’unico collegamento con il mondo esterno è un computer portatile – ma quando gli infermieri che mi assistono sono andati a ritirare la mia pensioncina da 295 euro si sono sentiti rispondere che per ragioni burocratiche il versamento è bloccato. La pensione sarà nuovamente attivata a marzo prossimo, quando riceverò anche gli arretrati».
Il problema è che Cevasco con quei 295 euro ci campa, come dice apertamente: «Non ho altre risorse. Tenete conto che io pago ogni mese 175 euro di medicine non mutuabili. A questo punto non ho da comprare da mangiare, da pagare la luce e il gas». Con grande dignità, ma anche con grande fermezza, Cevasco non chiede aiuto ma che gli vengano riconosciuti i soldi cui ha diritto: «E non tra cinque mesi, ma oggi. Subito. Come posso andare avanti senza un euro».
Poi, rispetto all’Inps: «Mi sono fatto accompagnare dai militi della Croce Verde in ambulanza alla sede di Nervi, dove ho trovato Rita, un’impiegata gentile che ha fatto di tutto per aiutarmi. Ma la burocrazia è come un moloch senza cuore e senza tempo. Altri funzionari per i quali iosono un numero e non una persona, hanno spiegato che i termini per l’erogazione sono scaduti e che se ne riparlerà a febbraio».
L’associazione Invalidi è intervenuta a suo sostegno sia con un adeguato supporto legale che nel disbrigo delle intricate pratiche burocratiche risolvendo la riassegnazione del sussidio …
In attesa che qualcosa si muova e che qualche istituzione si renda conto che la sua è un’emergenza, Cevasco conta le medicine che gli restano («Perché i soldi per acquistarle non ci sono più e ho medicinali per pochi giorni») , si tiene in contatto con il mondo grazie alla rete e cerca di non lasciarsi andare alla tristezza e alle difficoltà sognando: «Sì, nonostante tutto, anche se sono bloccato in un letto, un sogno ce l’ho. Vorrei laurearmi in medicina. Con i miei problemi sono diventato un esperto e comunque ho sempre desiderato riuscire a laurearmi. Spero che superata questa fase, ci sia la possibilità di seguire i corsi universitari magari on-line».